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La presentazione di Conte: “Prometto serietà ed un Napoli che tornerà ad essere competitivo. Decido io chi resta e va via”

Mauro Cucco
Mauro Cucco
19 Min di lettura

Antonio Conte, il nuovo allenatore del Napoli, riceve una accoglienza da Re. Una conferenza stampa di presentazione da Re, nella splendida cornice di Palazzo Reale. Il presidente Aurelio De Laurentiis ha voluto così. Con tutta la SSC Napoli, compreso il nuovo Ds Giovanni Manna, presente e diversi ospiti, tra cui il Sindaco, Gaetano Manfredi, ed il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca e tutti gli sponsor. Entrata scenica di Conte, con il sipario che si apre dopo l’annuncio del responsabile dell’area comunicazione, Nicola Lombardo: “E’ la prima volta che mi presentano in questa maniera. C’è un filo di emozione, nonostante diversi anni alle spalle da calciatore e da allenatore. Ringrazio Napoli perché di solito io, prima di ricevere, do qualcosa, mentre qui è successo il contrario. Ho ricevuto tanto entusiasmo e tanto affetto. Ora non mi resta che dare, restituire”.

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Anche De Laurentiis introduce Conte, ringraziando le presenze istituzionali: “Riazzeriamo tutti e ripartiamo da capo. Si riparte con rinnovato entusiasmo, cercando di cancellare tutto quello che c’è stato. A settembre compiremo 20 anni di nostra presenza e vogliamo ripartire per altri vent’anni”.“Napoli è una piazza importante, passionale al di là degli allenatori e della società. E’ una grande peculiarità: la grande passione per il calcio e per la propria squadra. Noi dovremo alimentare questa passione, è una responsabilità. Qui c’è un grande fuoco e dovremo farlo diventare più alto, tutti insieme, per cercare di raggiungere i nostri obiettivi”.“Io sono nato a Lecce, conservo le mie origini e le mie radici – dice Conte – So cosa significa vivere al sud e cosa rappresenta il calcio per il sud. Per me è un pò un ritorno a casa, da allenatore della squadra rappresentante del sud”.Precisazione su Di Lorenzo: “Oltre che un grandissimo calciatore, lo considero anche una persona molto perbene e molto importante nello spogliatoio. Così come Kvara. Diciamo che l’anno scorso ci sono stati molti problemi che, inevitabilmente, hanno influito sul loro rendimento”.Lukaku ha detto che è il miglior allenatore che abbia mai avuto: “Stiamo parlando di un calciatore forte come Osimhen, calciatori eccellenti. Non c’è nessun commento da fare, c’è solo da ammirarli. Sono calciatori che speri di avere sempre dalla tua parte e non contro”.Conte ribadisce l’idea di Kvaratskhelia: “Rimane. Non bisogna avere delle perplessità. Sono stato categorico e non vorrei che in futuro ci siano problemi. Ha delle caratteristiche importanti, giocatori che ce ne sono sempre di meno, ecco perché il mio non è un capriccio. Forte nell’uno contro uno e capace di creare tante situazioni. Esalteremo le sue carattistiche, a volte portandolo dentro ed a volte sull’esterno. Ma secondo me se lo porti troppo dentro al campo perde la sua fantasia mentale”.

Anche De Laurentiis introduce Conte, ringraziando le presenze istituzionali: “Riazzeriamo tutti e ripartiamo da capo. Si riparte con rinnovato entusiasmo, cercando di cancellare tutto quello che c’è stato. A settembre compiremo 20 anni di nostra presenza e vogliamo ripartire per altri vent’anni”.

Quale prima promessa da parte di Conte? “Prometto sicuramente serietà. Una parola che spesso e volentieri viene sottovalutata. Serietà nel dare tutto per il Napoli, nel trasmettere quella che è la mia mentalità, la mia cultura e le mie idee calcistiche. Al di là di riuscire poi, a fine stagione, a scrivere la storia, conta soprattutto rendere orgogliosi i propri calciatori e i propri tifosi. Perché il tifoso deve riconoscersi nella propria squadra, per cui il nostro primo obiettivo deve essere questo: rendere orgogliosi i tifosi della loro squadra. Nel calcio c’è la vittoria e c’è la sconfitta ma nella sconfitta non ci dovranno essere attenuanti. Voglio che la maglia sia sempre sudata. Daremo più del massimo, perché a volte il massimo non basta. Grande serietà, sotto tutti i punti di vista”.

“Napoli è una piazza importante, passionale al di là degli allenatori e della società. E’ una grande peculiarità: la grande passione per il calcio e per la propria squadra. Noi dovremo alimentare questa passione, è una responsabilità. Qui c’è un grande fuoco e dovremo farlo diventare più alto, tutti insieme, per cercare di raggiungere i nostri obiettivi”.

Che volto avrà il Napoli di Conte? Le interessa il mercato sudamericano? “Dovrà avere una faccia incazzata, perché veniamo da un’annata in cui tante cose non sono andate per il verso giusto e quindi dovremo avere una faccia arrabbiata, trasferire questa voglia di rivalsa in campo, sotto tutti i punti di vista, calcistico e comportamentale. Al di là del Sudamerica, sul mercato cercheremo di fare le cose migliori per cercare di far arrivare calciatori tali da migliorare la rosa”.

Perché ha scelto proprio il Napoli? “Per il progetto. Questo deve essere chiaro. Ho firmato un contratto di tre anni, il club ed il Presidente è stato molto chiaro su quello che dovremo fare. Il progetto di cui abbiamo parlato col Presidente è quello di cercare di far diventare Napoli, nel miglior tempo possibile, un’alternativa credibile alle solite note. Era 14 anni di fila che il Napoli era in Europa, vuol dire che c’è stata una gestione giusta. In questi 14 anni si è vinto uno Scudetto e sicuramente l’anno scorso non è stata un’annata positiva. Ora bisogna ripartire, ci vorrà tempo, pazienza, chi ha tempo non aspetti tempo e dobbiamo prenderci questa responsabilità di far diventare Napoli una alternativa alle solite note per lo Scudetto. Ho entusiasmo, ho sentito qualcosa nella pancia e non vediamo l’ora di iniziare”.

Conte rivela che c’erano altre proposte: “Dall’estero era arrivata qualche proposta, anche interessante. Però c’era un discorso avviato col Presidente, con la promessa che ci saremmo rivisti ed a bocce ferme avremmo valutato se lavorare insieme oppure a continuare ognuno per la propria strada. Abbiamo trovato la giusta quadra in tutto, nella stessa voglia ed ambizione. Abbiamo voglia di ricominciare per cercare di ridare nuova stabilità, fare cose importanti che durino nel tempo e non evaporino dopo poco”.

“Io sono nato a Lecce, conservo le mie origini e le mie radici – dice Conte – So cosa significa vivere al sud e cosa rappresenta il calcio per il sud. Per me è un pò un ritorno a casa, da allenatore della squadra rappresentante del sud”.

Conte ha le idee chiare da dove ripartire: “Ricreare quelle basi importanti per cercare di essere competitivi. Come ho già detto, chi ha tempo non aspetti tempo e per me già domani ripartirei subito a fare battaglia sotto tutti i punti di vista. Bisogna tenere conto che due anni fa si è vinto lo Scudetto, ma il presente di oggi sono i 40 punti di distacco dalla squadra che ha vinto il campionato e il decimo posto, fuori dall’Europa. Non bisogna mettere la testa sotto la sabbia, pensare che si cambi l’allenatore e tutto diventa facile. C’è un progetto, non possiamo competere con le solite note, per il monte ingaggi, per degli investimenti, ma possiamo competere creando delle basi solide, fatte di lavoro, di voglia, determinazione e sacrificio. Quando ho detto “amma faticà” questa è la verità e su questo non ci deve battere nessuno. Dobbiamo avere la voglia di ammazzare, sportivamente parlando, il nostro avversario. Proveremo ad accorciare i tempi, anche perché io non ho tanta pazienza a fare il comprimario”.

Come si gestiscono i casi di calciatori come Di Lorenzo e Kvaratskhelia? “Le stiamo gestendo nel migliore dei modi. Con il Presidente sono stato molto chiaro: prima ancora di parlare degli aspetti contrattuali, ho voluto avere la rassicurazione che avrei deciso io chi sarebbe rimasto e chi magari poteva prendere altre strade fuori da Napoli. Su questo sono stato molto categorico. Se parliamo di ricostruzione e poi pensiamo di dare via i giocatori migliori, è un controsenso. Da questo punto di vista ho trovato grande condivisione da parte del club. Ho chiamato tutti i ragazzi, perché volevo farmi conoscere. Ho sentito anche cosa avevano loro da dirmi, però alla fine se ci sono i problemi li risolvono, perché la decisione è sempre mia. I giocatori che faranno parte del progetto resteranno. A Napoli non c’è nessuna confusione, c’è chiarezza. Un progetto chiaro”.

Precisazione su Di Lorenzo: “Oltre che un grandissimo calciatore, lo considero anche una persona molto perbene e molto importante nello spogliatoio. Così come Kvara. Diciamo che l’anno scorso ci sono stati molti problemi che, inevitabilmente, hanno influito sul loro rendimento”.

Ha parlato anche con Osimhen? Conte ha fatto intendere che il nigeriano andrà via: “Questa deve essere una stagione di rivalsa. Sapevo benissimo delle varie situazioni, così come conosco quella di Osimhen. So che ci sono degli accordi e quindi è una situazione totalmente diversa rispetto alle altre. Io assisto e poi se mi chiedete del calciatore stiamo parlando di un livello altissimo, ma non posso entrare in alcun modo, perché fa parte di accordi precedenti, che io ho accettato”.

Meret o Caprile? “La spina dorsale comprende anche il difensore centrale ed il portiere. Meret è il nostro portiere e gode della massima fiducia da parte mia. Ho già parlato con lui e lui sa benissimo le richieste personali nei suoi confronti. Parliamo di un portiere che ha delle grandi potenzialità. Gode della massima stima e fiducia ed al tempo stesso sta arrivando Caprile che stavo seguendo. Sta facendo un percorso importante

Ovunque è andato, Conte ha lasciato il segno: “Come similitudine vedo molto una situazione simile a quella vissuta dal Chelsea. Arrivai a Londra che avevano vinto la Premier due anni prima ed erano reduci da un anno negativo. Un po’ è la stessa situazione attuale. Non posso promettere la vittoria, perché la ottiene solo una. Quello che ribadisco di poter promettere è l’inizio di un percorso per essere competitivi. Oggi c’è poco da parlare e fare proclami, testa bassa e pedalare”.

Ma Napoli è la sfida più entusiasmante della sua carriera? “E’ una sfida che arriva nel momento giusto. Penso di essere un allenatore che ha maturato esperienze che mi portano ad affrontare questa affascinante sfida con grande entusiasmo e grande voglia. Più di qualcuno mi ha detto “ma non hai paura di andare a Napoli?” ed io ho risposto “ma quale paura”? Io sono uno che ha sempre conquistato tutto, con il sudore e la fatica, senza avere avuto regalato niente. Ed è quello che cerco di trasmettere a mia figlia ed ai miei calciatori. Noi abbiamo la fortuna, il privilegio ed il talento. Ma il talento, senza la voglia di impegnarsi, allenarsi, sacrificarsi, senza neanche l’ossessione di migliorarsi, non serve. Per me questa sfida di Napoli capita al momento giusto. Voglio godermi questa passione e questo entusiasmo, provando a ricambiare tutto questo e sono convinto di poterlo fare perché ci metto tutto quello che ho, come ho sempre fatto in passato”.

Lukaku ha detto che è il miglior allenatore che abbia mai avuto: “Stiamo parlando di un calciatore forte come Osimhen, calciatori eccellenti. Non c’è nessun commento da fare, c’è solo da ammirarli. Sono calciatori che speri di avere sempre dalla tua parte e non contro”.

Conte fa intendere che sarà la difesa il reparto in cui si cercherà di operare di più? “Ci sono numeri che debbono invitare a fare delle riflessioni: l’anno scorso ha subito 48 gol ed è stata la decima peggiore difesa del campionato e, stranamente, siamo finiti decimi. Sono stati subiti 27 gol in casa, giocando al Maradona, la peggiore 15esima difesa in Serie A. Bisogna sicuramente ritrovare equilibrio, perché non ho mai visto squadre che vincono o che si qualificano per la Champions con difese che prendono tanti gol. Il troppo offensivo ed il troppo difensivo non portano da nessuna parte. C’è bisogno di equilibrio, la giusta via di mezzo. E quando prendi gol non è solo demerito del difensore o del portiere, allo stesso modo quando fai gol non è merito solo degli attaccanti. Sicuramente vogliamo apportare dei correttivi, girano tanti nomi e vogliamo andare alla ricerca del profilo migliore, rispettando vari parametri”.

A proposito di difesa, si immagina un Napoli con la difesa a tre? Il vestito ideale di Conte? “Il passato ormai è passato, ma penso che nei momenti di difficoltà ogni tanto bisognerà ripensare proprio ai momenti di dolore, per cercare di dare qualcosa in più. Per quanto riguarda il punto di vista tattico, le caratteristiche dei calciatori che hai sono molto importanti. L’allenatore bravo è quello che metter. Non andrò mai dietro ad una mia idea per snaturare i calciatori che ho a disposizione. Proverò sempre ad avere l’idea giusta per sfruttare i calciatori che ho a disposizione. Tatticamente saremo duttili, ho una mia idea però ci voglio un po’ lavorare su questi ragazzi. L’idea sarà sempre quella di fare un gol in più rispetto all’avversario”.

Conte ribadisce l’idea di Kvaratskhelia: “Rimane. Non bisogna avere delle perplessità. Sono stato categorico e non vorrei che in futuro ci siano problemi. Ha delle caratteristiche importanti, giocatori che ce ne sono sempre di meno, ecco perché il mio non è un capriccio. Forte nell’uno contro uno e capace di creare tante situazioni. Esalteremo le sue carattistiche, a volte portandolo dentro ed a volte sull’esterno. Ma secondo me se lo porti troppo dentro al campo perde la sua fantasia mentale”.

“Io mi considero un manager ed il Presidente lo sa benissimo. Mi considero un manager dal punto di vista tecnico e gestionale. Voglio avere voce in capitolo e questo, magari, da qualche altra parte poteva dare fastidio”.

Punterà anche sui miglioramenti di Folorunsho e Raspadori? “Il compito mio non riguarda soltanto Folorunsho e Raspadori. L’obiettivo mio è cercare di migliorare tutti i calciatori della rosa. Perché finché non smetti di giocare a calcio, hai sempre la possibilità di migliorarti. Folorunsho, così come Caprile, sta facendo un percorso importante ed il Napoli è uno step in più che si appresta a fare. E’ uno di quei calciatori di cui sono molto curioso di conoscere quanto prima. Raspadori, per me, ha grandi qualità tecniche e grandi margini di miglioramento. Un giocatore che ci può dare tanto. Ma voglio conoscerli da vicino, perché una cosa è guardarli dalla tv ed un’altra è averli sotto mano”.

Conte ha ricordato gli insegnamenti ricevuti da Giampiero Ventrone, preparatore atletico napoletano, scomparso qualche anno fa: “La leadership te la conquisti con l’esempio e quindi i calciatori devono capire che sono disposto a difenderli sempre, a mettermi davanti a loro su tutto, ma esigo da loro tutto. Mi fa arrabbiare non essere corrisposto nella maniera giusta. All’inizio è sempre tutto rosa e fiori e tutti sono disponibili, poi dopo c’è la fatica ed il sudore ed è lì che si vede se un giocatore è pronto a seguire questo percorso”.

Otto mesi fa Conte disse “quando tornerò non ce ne sarà per nessuno”: “Non rinnego quello che ho detto. Sono tornato in pista e non sono venuto solo per far parte della statuina del Presepe. Per me è un onore, ma qui meno si parla meglio è. Oggi c’è da lavorare, in virtù di quello che è accaduto l’anno scorso. Ha dato fastidio innanzitutto a me, dall’esterno, la brutta annata passata. Per questo c’è bisogno di lavorare e poi mi sento già in debito nei confronti di questa città. Perché ho già ricevuto tanto”.

Risultatista o giochista? “Queste sono cose che interessano soprattutto i giornali. Perché conta quello che c’è scritto negli annali. Io non sono per il fumo, ma per la praticità. Poi va detto che quando le mie squadre hanno vinto hanno sempre fatto la storia, costruendo sempre qualcosa di bello, come miglior attacco e quasi sempre miglior difesa. Oggi l’allenatore bravo è quello che sa coniugare il risultato con qualcosa di bello”.

Cosa promette Conte al presidente De Laurentiis? “E’ stata una conferenza di promesse da parte mia, poi indirettamente sono anche promesse fatte al presidente, che è il primo tifoso del Napoli. E’ colui che in prima persona ne risponde. Gli dirò sempre la cosa che penso, non cambierò il mio modo di essere. Se devo dire qualcosa al Presidente gliela dico direttamente e penso che lui abbia apprezzato questa mia spontaneità, l’essere diretto nelle cose. Alle chiacchiere preferisco i fatti”.

Conte ha precisato che deciderà lui chi andrà via e chi no, ma se chi non vuole cedere non è convinto di restare? “Io mi auguro che, durante questo percorso, il Napoli non venga visto come una squadra di passaggio ma come una meta, altrimenti continuiamo a fare discorsi su discorsi. Il calciatore che sta al Napoli deve sapere che lotterà per qualcosa di importante ogni anno. Deve sentirsi partecipe, altrimenti se ogni anno ti viene il mal di pancia sta con me. Sta al mio fianco, magari gli dico due cose e mi dà una mano”.

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