Il presidente della FIGC ha parlato del futuro dell’Italia
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha rilasciato delle dichiarazioni in conferenza stampa dopo l’eliminazione dall’Europeo dell’Italia, per mano della Svizzera. “Ringrazio chi ha dato un significativo contributo di lavoro a questo appuntamento, mi riferisco a tutti i nostri collaboratori che hanno messo a disposizione tutto il necessario per la squadra e la parte tecnica. Circa 40mila presenze qui a Casa Azzurri è un segnale positivo. Oggi giornata particolare, tanti sentimenti e riflessioni dopo ieri. Siamo dispiaciuti per non aver potuto dare ai tifosi italiani quella gioia che meritavano, dispiaciuti per il risultato, sappiamo che è soggetto a tantissime variabili che prevedono anche sconfitta. Quello che rimane è la delusione per non aver potuto restituire tutto quello che è stato fatto, non aver saputo reagire come sappiamo fare. Questa è la delusione su cui dobbiamo riflettere tutti. Ieri sera io, il mister, Buffon e tutta la squadra abbiamo iniziato a parlare, i ragazzi hanno condiviso tutte le nostre responsabilità, non abbiamo nulla da nascondere: siamo tutti responsabili”.
Verrà riconfermato Spalletti? “Abbiamo parlato anche con il mister, io sono molto pragmatico e non si può pensare di abbandonare un progetto pluriennale solo dopo pochi mesi. C’è da cambiare qualcosa anche in termini di approccio. Dobbiamo crescere tutti. Quando si cade bisogna rialzarsi con la forza del progetto e del lavoro, io i problemi li affronto così, non fuggo di fronte alle responsabilità ma teniamo distinte quelle politiche da quelle tecniche altrimenti si rischia di strumentalizzare la parte tecnica per attaccare quella politica. Il senso di responsabilità implica in questo momento lucidità da parte mia, non possiamo pensare di mettere in essere atti che potrebbero fare danni ancora peggiori. Alcuni atti li abbiamo commessi in passato, ancora oggi parliamo di difficoltà ma le stiamo affrontando con un progetto pluriennale. Spalletti ha la nostra fiducia, tra 60 giorni inizia un nuovo appuntamento e non si può pensare che improvvisamente in Italia fioriscano i Mbappé, i Cristiano Ronaldo e i Messi. Nel nostro Paese dobbiamo valorizzare il talento, che c’è: tutte le giovanili sono qualificate alle fasi finali. I ragazzi hanno dimostrato grande attaccamento ma presenze zero”.
Troppi stranieri in Serie A? “Ci sono leggi nazionali e internazionali che impediscono alcune scelte legate all’utilizzo dei giovani. È un fatto culturale: il 67% dei calciatori sono stranieri in Serie A, noi abbiamo 32-33% di selezionabili. Noi stiamo resistendo strenuamente alla possibilità di tesserare extracomunitari. Cultivare vivaio non è un costo ma un investimento, dobbiamo essere tutti d’accordo su un progetto di valorizzazione dei giovani altrimenti non si può imporre nulla”.
Seconda candidatura? “È prematuro, non ci ho ancora pensato. Io rispondo al mondo del calcio in un ruolo di servizio, è giusto che ci sia confronto aperto per verificare se il percorso va continuato o interrotto. Lo faremo poi”